Recensione di Serena Savarelli di “Il Fabbricante di lacrime” di Erin Doom
Spunto di riflessione: Il fabbricante di lacrime, di Erin Doom, edito Adriano Salani Editore, è un romanzo che insegna che piangere significa sentire e che non c’è niente di male nel crollare e nello sfogarsi.
Tuttavia, è sempre facile abbandonarsi al pianto, oppure, a volte, è nel trattenersi che si abbarbicano i dolori peggiori?
Può un romanzo prendersi cura di noi, cullare i nostri pensieri e portare a interrogarci su quegli aspetti intimi che racchiudono ferite lontane?
“Al Grave avevamo tante storie. Racconti sussurrati, favole della buonanotte… Leggende in punta di labbra, al chiarore di una candela. La più conosciuta era quella del fabbricante di lacrime.”
Esistono parole importanti che rendono terapeutico un libro: lacrime, dolore, amore e gentilezza.
Alcune storie si rivelano maestre di vita.
Non tutte le persone sanno piangere, ma questa storia può essere letta solo da chi è consapevole che, nel dolore e nelle debolezze, esiste sempre un cuore che batte, si preoccupa e brucia di emozioni.
Tutti noi siamo imperfetti. Il fabbricante di lacrime è la favola dedicata a chi crede di non meritarsi la felicità.
C’è un fabbricante di lacrime per tutti. E un pizzico di delicatezza in più aggiusta anche le cose rotte.
C’è la profondità dell’universo in un denso silenzio.
C’è un cerotto per ogni tentativo che facciamo.
Solo chi continua a provarci nonostante le ferite e non si arrende mai può leggere Il fabbricante di lacrime.
E se non sei tra queste persone… leggi questo libro lo stesso perché ti può insegnare che:
“… l’eternità esiste, per chi ama senza misura anche solo un singolo istante.
Perché ogni fine non è mai una fine.
Ogni fine è soltanto…
Un nuovo inizio.”
Cos’è una nuova casa? Un nuovo inizio? Un ricominciare da dove e verso cosa? Per Nica le risposte non arrivano subito. Essere adottata a diciassette anni significa una cosa sola: un sogno di pizzo che deve funzionare per forza. Anche con lui. Mai si sarebbe aspettata che la stessa coppia volesse lei e Rigel… insieme… lei e quel marchio carbonizzato che conosceva da sempre.
“Sapevo di essere diversa.
Coltivavo le mie stranezze come un giardino segreto di cui solo io avevo la chiave, perché sapevo che tanti non avrebbero potuto capirmi.”
Nica è gentilezza, è un paio di mani incerottate che si prendono cura in modo empatico di tutto ciò che è piccolo.
Nica è l’istinto personificato che proteggere ogni tipo di creatura, per poi sentirsi libera, viva e leggera.
Nella nuova casa, invece, Rigel è il ragazzo ombroso che la morde con le parole, colui che sembra e si ostina a odiare tutto di lei.
Rigel… l’intoccabile.
Di fronte, finalmente, all’opportunità di essere felice, alla possibilità di smettere di strofinarsi addosso fiori per non sentirsi così sporca… c’è lui, Rigel, il fabbricante di lacrime.
Rigel. Una furia indomabile, un silenzio inestirpabile, un enigma irrisolvibile che brucia alla vista di quella ragazza così delicata, dalla quale non era stato capace di separarsi.
Due orfani e due nuovi genitori.
Una stella e una falena.
“Ma in quel momento…
Avrei solamente voluto dire a mamma che a volte la delicatezza non bastava.
Che le persone non erano tutte farfalle, e io avrei potuto fare piano quanto volevo, ma non si sarebbero mai lasciate maneggiare con cura. Mi avrebbero sempre ricoperta di morsi e di graffi, e io avrei finito per riempirmi di ferite che non potevo curare.”
Però arriva l’amore a travolgere le certezze, seguito dalla consapevolezza che tutte le persone sono come iceberg… di loro si vede solo ciò che spunta in superfice. Ma sotto… nelle profondità le persone sono segreti, dolori e contengono tutta la verità e l’essenza.
Voler comprendere gli altri, significa vedere che c’è sotto qualcosa… conoscere il loro cuore sagomato nell’ombra.
Nica e Rigel. Due orfani in fase di adozione che sarebbero diventati sorella e fratello.
Due persone rotte, i soli, i diversi, i problematici, i figli di nessuno.
Due occhi gentili contro due occhi dai quali era impossibile scappare, perché splendenti come stelle che…
“… illuminavano un sentiero…
Che conduceva verso l’ignoto.”
Ma se c’è qualcuno in grado di amare così tanto… se esiste al mondo una persona con un cuore tanto grande per raggiungere l’ignoto… allora quella è Nica. L’unica che può squarciare le tenebre, l’unica che può fare breccia sul cuore indurito di Rigel.
L’unica che può impedirgli di perdersi, ma tenerlo stretto è alla farfalla che è.
Le favole esistono per tutti.
“Non lo avrei lasciato solo perché non è da soli che si apprezza la vita, ma al fianco di qualcuno, mano nella mano, cuori forti e luci sul viso.
Non lo avrei lasciato solo perché desideravo parlargli, ascoltarlo, sentirlo ancora per tanto tempo. Desideravo sfiorare la sua anima.”
Il tempo… che lascia cicatrici, che riapre ferite, che ne provoca altre. Il tempo che unisce e che divide. L’inizio e la fine di un’unica storia, lui stella e lei cielo, lui graffi e lei cerotti, insieme costellazioni di brividi.
Anche un cuore sgualcito, malridotto e sanguinante può tornare a battere e scoprire che a volte rotti in tanti pezzi serve a incastrarsi meglio.
È difficile attraversare un sentiero di spine?
Si può riparare un disastro?
Si può amare l’irrecuperabile?
Sì…
“È dandogli un motivo per svegliarsi. È facendogli vedere che sei qui, e che stai bene, e che stai lottando per vivere, anche se vivere in questo momento ti strazia. Non lasciare che la sofferenza ti renda qualcuno che non sei… Non possiamo scegliere il dolore ma possiamo scegliere come viverlo.”
Ognuno di noi ha il suo fabbricante di lacrime al quale non è possibile mentire, perché sarebbe mentire a sé stessi.
C’è solo un finale per questa storia: quando si ama come la libertà nel buio, come una carezza dopo anni di lividi e botte, come il cielo che mai si spezza, come un fabbricante di lacrime che fa bene e male allo stesso tempo… abbiamo potere su chi amiamo solo usando amorevolezza e delicatezza.
Sinossi
Tra le mura del Grave, l’orfanotrofio in cui Nica è cresciuta, si raccontano da sempre storie e leggende a lume di candela. La più famosa è quella del fabbricante di lacrime, un misterioso artigiano dagli occhi chiari come il vetro, colpevole di aver forgiato tutte le paure e le angosce che abitano il cuore degli uomini. Ma a diciassette anni per Nica è giunto il momento di lasciarsi alle spalle le favole tetre dell’infanzia. Il suo sogno più grande, infatti, sta per avverarsi. I coniugi Milligan hanno avviatole pratiche per l’adozione e sono pronti a donarle la famiglia che ha sempre desiderato. Nella nuova casa, però, Nica non è da sola. Insieme a lei viene portato via dal Grave anche Rigel, un orfano inquieto e misterioso, l’ultima persona al mondo che Nica desidererebbe come fratello adottivo. Rigel è intelligente, scaltro, suona il pianoforte come un demone incantatore ed è dotato di una bellezza in grado di ammaliare, ma il suo aspetto angelico cela un’indole oscura. Anche se Nica e Rigel sono uniti da un passato comune di dolore e privazioni, la convivenza tra loro sembra impossibile. Soprattutto quando la leggenda torna a insinuarsi nelle loro vite e il fabbricante di lacrime si fa improvvisamente reale, sempre più vicino. Eppure Nica, dolce e coraggiosa, è disposta a tutto per difendere il suo sogno, perché solo se avrà il coraggio di affrontare gli incubi che la tormentano, potrà librarsi finalmente libera come la farfalla di cui porta il nome.
Dettagli del libro
Titolo: Il fabbricante di lacrime
Autore: Erin Doom
Edizione: Adriano Salani Editore, 2021