Divenire madre: la scrittura che lascia traccia di un’evoluzione

Tempo di lettura: 4 minuti

Articolo di Serena Savarelli con la collaborazione di Sara Sollo, neomamma

Obiettivo di riflessione: essere madre significa cambiare la propria vita, il proprio tempo e il proprio modo di pensare. Significa avere una ragione d’essere per il resto della vita. Questo processo evolutivo è un periodo carico di emozioni contrastanti, preoccupazioni e aspettative che bisogna imparare a controllare. È una fase che stravolge la donna, ma, come tutte le cose importanti, serve tempo per adattarsi e sono necessari strumenti per accogliere i cambiamenti.  La scrittura terapeutica può diventare uno di questi strumenti per rafforzare consapevolezza e gestire correttamente le emozioni? 

Nella mia professione di ostetrica ho conosciuto tante donne, ognuna delle quali ha arricchito la mia vita e la mia arte attraverso la propria storia. 

Le storie diverse, condivise in modo reciproco grazie ai corsi di accompagnamento alla nascita, mi hanno dato l’opportunità di affacciarmi al mondo della maternità nella sua essenza e profondità. 

Durante il percorso nascita, la donna non viene soltanto accompagnata attraverso l’erogazione di informazioni sui percorsi a loro offerti o sui meccanismi tecnici per esempio dell’evento parto. 

Nei nove mesi di gravidanza, ogni donna ha un bisogno estremo di conoscere sé stessa e ciò che prova, dare significato alle emozioni così diverse tra loro, che la investono quotidianamente, accogliere il cambiamento totale che si verifica nella psiche e nel corpo e di confrontarsi con persone che vivono quelle loro stesse percezioni. 

Attraverso il corso di accompagnamento alla nascita o le visite di monitoraggio in gravidanza, la figura dell’ostetrica diventa un depositario di storie ed emozioni e, attraverso la narrazione di queste esistenze e dei loro intrecci, l’ostetrica può offrire strumenti che accompagnano la donna in questo fondamentale percorso del divenire madre.

Tra questi strumenti ho sperimentato come la scrittura possa rivelarsi un valido aiuto al pari del rilassamento e del movimento fisico, perché rafforza consapevolezza e dà la possibilità alla donna di confrontarsi con tematiche fondamentali come il dolore, la paura e le aspettative.

Quando ho conosciuto Sara, durante uno dei corsi di accompagnamento alla nascita, già proponevo l’utilizzo della scrittura per aiutare le partecipanti a focalizzarsi su temi importanti, come, per esempio, che significato dare al dolore nell’evento travaglio/parto. 

Sara aveva scritto un pezzo che poi aveva deciso di condividere all’interno del gruppo. Quel pezzo mi aveva colpito tantissimo. Per questo motivo, ho deciso di ricontattare Sara che ha continuato a utilizzare la scrittura per incidere in modo indelebile i percorsi più importanti della sua vita. Mi ha regalato parti del suo diario e per questo gliene sarò infinitamente grata.

19 ottobre 2020
Pagine tratte dal mio “Diario personale”

La prima pagina di questo diario dice:
Ho fatto le valigie e sono partita per la Toscana lasciando il mio lavoro a Napoli e seguendo cosa mi diceva il cuore!

Sono arrivata qui da un mio ex collega che mi ha trovato lavoro e qui sono rimasta. Questo collega però è speciale: è diventato il mio compagno di Vita!

Il 22 settembre 2020 è stato per me un giorno da evidenziare sul calendario, perché il mio desiderio di diventare mamma stava prendendo forma; io e il mio compagno aspettavamo un bimbo/a. Improvvisamente, usciti dalla stanza del ginecologo (dove eri già un “orsetto” di 11 settimane) la nostra felicità di coppia si è triplicata, con la notizia che saresti arrivato tu…

Non posso descrivere a parole quanto ho desiderato questo momento; così, nel giro di poche ore, il mio pensiero è stato rivolto a te!

Ho dovuto smettere di lavorare perché non potevo stare tante ore in piedi e tutti i mesi analisi, test e controlli sono diventati la mia routine…

Man mano il pancino cresceva e non entravo più nei miei vestiti, ma intorno a me sentivo la felicità volteggiare nell’aria, ascoltavo il tuo cuoricino battere nelle ecografie e immaginavo il giorno del parto e come saresti stato, a chi saresti somigliato.

Sono stati dei mesi bellissimi dove sono stata attenta all’alimentazione, bevevo tanto e camminavo per tenermi in forma Trascorsi poi i 9 mesi siamo giunti al momento del parto; ho rotto le acque di notte.  Erano le 24:30, siamo corsi in Ospedale ad Arezzo e mi hanno ricoverata.

Non ero spaventata, ero impaziente di vederti, di sentire il tuo profumo.

Il momento del travaglio e del parto è stato un concentrato di emozioni uniche (nonostante tu sia nato nel periodo della pandemia da COVID-19).

Tutto è andato bene e con te piccolo mio sono rinata anche io come donna, come mamma in questo nuovo “ruolo” che mi vedrà al tuo fianco per la vita…

Sorriderai, piangerai, correrai, leggerai, giocherai e cadrai, ma il mio posto nel mondo sarà sempre accanto a Te. Ti amo tanto, la tua mamma Sara Sollo.

Scrivere in gravidanza permette di ripercorrere un tempo in cui, per prepararsi a diventare genitore e madre, il pensiero rielabora il proprio vissuto di figlia e rievoca ricordi. Un tempo che a volte, purtroppo, sfugge e arriva velocemente alla nascita del bambino.

In realtà, il tempo della gravidanza è un tempo di attesa, sospeso tra la ricchezza delle emozioni contrastanti e i desideri che si mescolano alle paure.

Scrivere durante i mesi dell’attesa è darsi l’occasione di sostare con le proprie emozioni, il proprio vissuto e le proprie ri-scoperte. 

La scrittura di sé si prende cura del tempo della gravidanza e lascia memoria di uno scritto che, un domani, potrebbe essere importante anche per il proprio figlio.

Scrivere attua un processo di trasformazione che crea esperienza. La neomamma trarrà beneficio dal lavoro su sé stessa, intrapreso durante la gravidanza, e la scrittura rimarrà in lei una compagna di conoscenza e scoperta per tutta l’evoluzione dell’esser genitore.

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Serena Savarelli
Serena Savarelli nasce ad Arezzo il 26 luglio 1979, laureata in Ostetricia, vive a Castiglion Fiorentino con il marito e i figli, biologici e adottivi. Serena lavora come ostetrica di comunità nel consultorio familiare del suo paese La scrittura è la sua passione fin da piccola nella quale continua a formarsi, reputandolo un importante strumento nella cura di sé. Il Master in Scrittura Terapeutica è stato fondamentale per la sua crescita interiore. Inizia a pubblicare per MonteCovello Editore nel 2017 vari racconti e poesie e il suo primo romanzo La vita in una matrioska. Con Pav Edizioni continua a pubblicare racconti in antologie della collana Pav per il sociale, condividendo così tematiche importanti come la cura di sé, la diversità in tutte le sue forme, la violenza sulle donne e maternità e disabilità. Sempre con la stessa casa editrice è in procinto di pubblicare il suo secondo romanzo. Serena Savarelli è impegnata da molti anni nella tutela dei diritti dei minori special needs, collaborando con le associazioni di volontariato Voci diverse e M’ama dalla parte dei bambini, attive nel territorio italiano. Entrambe le associazioni promuovono la realizzazione di una rete di sostegno tra le famiglie che vivono la disabilità del proprio figlio, in un contesto d’inclusione e di accoglienza per il benessere globale della persona. Pubblica nel 2022 il romanzo “ Dove il sole si ferma” Pav edizioni , scritto con la sorella Giulia
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