“La cura dello sguardo. Nuova farmacia poetica” di Franco Arminio.
Recensione di Liliana Bonfanti
“Chi guarda bene si ammala più difficilmente. Le cose che entrano dagli occhi possono essere farmaci”
“Forse questo è un tempo che la poesia riesce a leggere meglio di altre discipline”
(Tutte le citazioni si riferiscono: al testo di cui scrivo, ad alcuni altri dello stesso autore e cioè Resteranno i canti, Geografia commossa dell’Italia interna, Cedi la strada agli alberi e a suoi articoli e video presenti in rete.)
Sulla soglia di una probabile nuova ondata Covid, dobbiamo ancora trovare le risposte che ci attendevamo alla fine del primo lock down.
“L’Italia prima del Covid non era un’Italia serena, felice: era un’Italia complicata, anche piena di depressione, di affanni, di disagi; quindi secondo me questa tragedia e i tantissimi morti che abbiamo avuto, vanno onorati cambiando ognuno di noi e tutti insieme la nostra vita, rendendola più fraterna, più operosa, più attenta, più dolce. Ecco, io vorrei un’Italia più dolce”
Quel tempo io l’ho passato in montagna: col mio compagno, bloccati dal dpcm, nella frazioncina dove sono nata, nella casa che stavamo sistemando. Di quei giorni ricordo quanto mi mancassero gli altri: gli amici, la gente; immaginavo tutti così come li ricordavo con un’intensità… come a volere che si materializzassero e capire cosa stessero vivendo. La natura era in pieno risveglio, tanto che passando sotto gli alberi da frutta, nuvole bianche, ti ritrovavi i fiori anche dentro gli occhiali e nel colletto; era difficile credere al virus. Ma senza lo specchio degli altri non riuscivo nemmeno a credere ai miei pensieri.
“La nostra anima è nell’incendio della paura. La salvezza viene da fuori, ma non bastano le foglie, non basta la luce della bella giornata. Ci vuole la sensazione che stai spingendo insieme agli altri per sfondare un muro”
E allora, come rassegnata al fatto di esserci solo a metà, mi sono affidata alla scrittura, per registrare quello che succedeva dentro e fuori di me.
“L’orologiaio virus è qui per aggiustare il modo di segnare il tempo [ …] E allora non conta molto quello che ti aspettavi ieri, […] conta imparare, prendere appunti direttamente dal proprio cuore, dalla propria testa”
Passato questo tempo, a giudicare dalle immagini che entravano nelle nostre case ad ogni ora, sembrava proprio che tutti volessero solo sedersi al ristorante e dimenticare tutto in compagnia.
“Non abbiamo più fuoco ma tante scintille. Non so come possiamo tornare assieme, nessuna scintilla è mai tornata al fuoco”
A me invece –e di sicuro a tanti come me- mancava quel confronto, anche collettivo, tanto desiderato, per capire, per cercare insieme un senso, un modo di vita più consono a quello che eravamo stati costretti a constatare; uno sguardo nuovo sul mondo, la vita, i rapporti…
“Bisogna costruire un tempo intimo e civile, politica e poesia, lo sguardo delle regole e le regole dello sguardo, la bellezza di ogni spazio più che la ruggine del farsi spazio”
E adesso?
“Nessuno sa come andrà a finire. Dipende dalle verità che proteggeremo, dai sogni che proveremo a realizzare. E’ora che ognuno stenda il suo sogno sulla tavola del mondo, i sogni non prendono spazio ma lo danno”
Una casa nella natura: tanto lavoro e tanti ostacoli –per le donne certe scelte non sono mai facili, specialmente nei piccoli paesi- ma è casa mia, anche se spesso scappo via ,“intimità e distanza” (la città è a soli 37 km. “Non trattenerti troppo, non farti il nido”). Il luogo ideale per scrivere.
“Fruga nella tua intimità, portala fuori. Stendi le tue righe come fossero briciole su un davanzale”
Tornata in città, la mia città amatissima, ho provato la tristezza di respirare una stanchezza, una depressione generale che non mi aspettavo e che mi ha stretto il cuore.
“La scontentezza fa più danni del colesterolo. C’è come un ristagno delle emozioni”
Allora come continuare?, in quale direzione “guardare”?, su cosa fare leva?
“Siamo noi che emaniamo ogni giorno invisibili ordinanze che bloccano l’immaginazione”
“[…] bisogna svuotare la psicologia e rimettere natura nella nostra testa. Ci vuole un piano di riforestazione […] La psicologia è solo uno sterzo di gomma, non è il motore della nostra vita”
“La gioia come materia scolastica […] Istituire l’obbligo di utopia per stare al mondo, come il casco sul motorino”
“Segui la terra,/ regala le tue vertebre/ ai passanti./ Alla fine dei tuoi giorni/ resteranno/ le tue imprudenze,/ più che gli indugi/ resteranno/ i canti”.
Liliana Bonfanti
Dettagli del Libro
Titolo: La cura dello sguardo. Nuova farmacia poetica
Autore: Franco Arminio
Casa editrice: Bompiani
Pag. 208
Anno 2020